Calabria judaica - Sud ebraico

Calabria judaica ~ Sud ebraico
Storia, cultura e attualità ebraiche in Calabria
con uno sguardo al futuro e a tutto il Meridione

Secondo una leggenda, che attesta l'antica frequentazione orientale della nostra regione, Reggio fu fondata da Aschenez, pronipote di Noé.
La sinagoga del IV secolo, ricca di mosaici, di Bova Marina, è la più antica in Occidente dopo quella di Ostia Antica; a Reggio fu stampata la prima opera in ebraico con indicazione di data, il commento di Rashì alla Torah; Chayim Vital haQalavrezì, il calabrese, fu grande studioso di kabbalah, noto anche con l'acronimo Rachu.
Nel Medioevo moltissimi furono gli ebrei che si stabilirono in Calabria, aumentando fino alla cacciata all'inizio del XVI secolo; tornarono per pochi anni, richiamati dagli abitanti oppressi dai banchieri cristiani, ma furono definitivamente cacciati nel 1541, evento che non fu estraneo alla decadenza economica della Calabria, in particolare nel settore legato alla lavorazione della seta.
Dopo l’espulsione definitiva, gli ebrei (ufficialmente) sparirono, e tornarono temporaneamente nella triste circostanza dell’internamento a Ferramonti; oggi non vi sono che isolate presenze, ma d'estate la Riviera dei Cedri si riempie di rabbini che vengono a raccogliere i frutti per la celebrazione di Sukkot (la festa delle Capanne).
Questo blog è dedito in primo luogo allo studio della storia e della cultura ebraica in Calabria; a
ttraverso questo studio vuole concorrere, nei suoi limiti, alla rinascita dell'ebraismo calabrese; solidale con l'unica democrazia del Medio Oriente si propone come ponte di conoscenza e amicizia tra la nostra terra e Israele.

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mercoledì 29 febbraio 2012

Marrani di ieri e di oggi: Calabria ebraica a Roma

 
 
 
Si è tenuto giovedì 23 febbraio 2012 a Roma, presso il Centro bibliografico Ucei, nell’ambito della riflessione su “Quale identità ebraica - Generazioni a confront. Storia e Memoria”, l'incontro dal titolo "Marrani di ieri e di oggi".
Si è trattato incontro davvero interessante e coinvolgente, emotivamente e personalmente, un ottimo contributo alla conoscenza non tanto della storia dell'ebraismo meridionale, quanto alla sete di ebraismo che nel Meridione (e in Calabria in particolare) si avverte in questi ultimi tempi.

Un grazie all'Ucei, al Centro bibliografico, ai relatori e al pubblico presente e, realmente, partecipante!
 
 
 
 
 
 
 
Da sinistra a destra: Rav Scialom Bahbout,
Gadi Piperno, Anna Foa, Roque Pugliese
 L'incontro è stato aperto da Gadi Piperno, responsabile Ucei per il Progetto Meridione, con la presentazione degli altri relatori e una panoramica sulla rinascita dell'ebraismo nel Sud, affidato alla responsabilità della Comunità madre di Napoli, con cenni sulle realtà (alcune ormai consolidate, altre ancora in divenire) di Trani, San Nicandro, Siracusa e della Calabria.
Interessante la citazione dei cosiddetti "chuetas" di Maiorca, di recente riconosciuti (ovviamente quelli tra di loro, e sono centinaia, che hanno chiesto di esserlo) come ebrei, dopo oltre 500 anni di nascondimento.
Sira Fatucci, Responsabile Ucei, ha presentato un interessantissimo video sui "marrani" palestinesi: sembra molto probabile, e lo dimostrerebbero sia prove genetiche che testimonianze orali e tradizioni familiari, che molti palestinesi siano in realtà di origine più o meno remotamente ebraica; molti di loro hanno conservato usanze (se non credenze) ebraiche fino a tempi recenti ed alcuni anche fino ad oggi, al punto che interi gruppi chiedono la conversione.
Anna Foa, tra i maggiori storici dell'ebraismo non solo italiano, ha delineato le caratteristiche del marranesimo (fenomeno europeo non soltanto ebraico), che secondo molti studiosi si va rivelando come ciò che ha permesso la nascita dell'uomo moderno (un nome per tutti, quello del filosofo Spinoza).
Un fenomeno estremamente complesso, che viene ad assumere anche proprie caratteristiche autonome dalle religioni tra cui si pone a cavallo, ebraismo e cristianesimo.
Naturalmente, ha sottolineato, anche in seguito nel corso della serata, lo storico ha bisogno di prove documentali diverse e più puntuali rispetto a quelle che interessano al discorso prettamente religioso.
Roque Pugliese, responsabile degli ebrei in Calabria, ha arricchito l'aspetto storico di quello esperienziale. Prima di tutto l'esperienza propria e della sua famiglia, nel peregrinare dall'Italia all'Argentina, fino al ritorno in Calabria e, con quello, alle radici religiose; attraverso terrori e speranze, fino alla gioia del ritorno; ha anche letto le testimonianze di alcuni calabresi che sono tornati o stanno tornando alla fede dei Padri.
Un intervento davvero toccante, che ha commosso molti dei presenti.
Ha anche raccontato dell'affresco della Cattolica di Stilo (paese di lunga attestazione di presenze ebraiche) in cui la figura che vedete in basso al centro nell'immagine allegata, rappresenterebbe (secondo la tradizione popolare) un ebreo che aveva cercato di far cadere la Madonna e per questo ebbe le mani tagliate. La stessa pena che spettava a chi cercasse di togliere o solo rigirare le immagini sacre apposte all'entrata delle Judeche.
Rav Scialom Bahbout, Rabbino capo della Comunità di Napoli e del Meridione, ha svolto un intervento di carattere religioso, e di "comunicazione" tra l'aspetto storico e quello dell'esperienza.
Innanzi tutto ha capovolto l'interrogativo della sua relazione (I marrani sono ebrei?) nel suo esatto contrario (Gli ebrei sono marrani?): marrani/nascosti sono i grandi personaggi biblici da Adamo (che si nasconde dopo il peccato), ad Abramo e Mosé, che entrambi in Egitto (in modi diversi) vivono esperienze di nascondimento, fino al Santo stesso, che si nasconde nella storia e nella creazione.
Ha poi invitato a tralasciare quella che ha definito l'"ossessione genetica" che caratterizza molti ebrei (o "aspiranti" tali), perc...hé l'ebraismo non è una razza ma una relazione, con l'Eterno e con gli altri, e soprattutto è un comportamento, essendo l'ebraismo una religione del "faremo" prima che dell'"ascolteremo".
Ha quindi riferito di recenti episodi di scoperta casuale in Sicilia di nuove tracce da parte di un rabbino: candele accese venerdì sera (davanti a immagini di santi!), frantoi dove l'accesso è tuttora consentito solo ai membri della famiglia (un ricordo dell'osservanza della kasherut?), sempre il venerdì sera la confezione di pani (in numero di 12), e così via.
Una storia che dura da oltre 500 anni, e sulla quale ha invitato tutti a rafforzare la ricerca, prima che una tale ricchezza vada dispersa.

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