Calabria judaica - Sud ebraico

Calabria judaica ~ Sud ebraico
Storia, cultura e attualità ebraiche in Calabria
con uno sguardo al futuro e a tutto il Meridione

Secondo una leggenda, che attesta l'antica frequentazione orientale della nostra regione, Reggio fu fondata da Aschenez, pronipote di Noé.
La sinagoga del IV secolo, ricca di mosaici, di Bova Marina, è la più antica in Occidente dopo quella di Ostia Antica; a Reggio fu stampata la prima opera in ebraico con indicazione di data, il commento di Rashì alla Torah; Chayim Vital haQalavrezì, il calabrese, fu grande studioso di kabbalah, noto anche con l'acronimo Rachu.
Nel Medioevo moltissimi furono gli ebrei che si stabilirono in Calabria, aumentando fino alla cacciata all'inizio del XVI secolo; tornarono per pochi anni, richiamati dagli abitanti oppressi dai banchieri cristiani, ma furono definitivamente cacciati nel 1541, evento che non fu estraneo alla decadenza economica della Calabria, in particolare nel settore legato alla lavorazione della seta.
Dopo l’espulsione definitiva, gli ebrei (ufficialmente) sparirono, e tornarono temporaneamente nella triste circostanza dell’internamento a Ferramonti; oggi non vi sono che isolate presenze, ma d'estate la Riviera dei Cedri si riempie di rabbini che vengono a raccogliere i frutti per la celebrazione di Sukkot (la festa delle Capanne).
Questo blog è dedito in primo luogo allo studio della storia e della cultura ebraica in Calabria; a
ttraverso questo studio vuole concorrere, nei suoi limiti, alla rinascita dell'ebraismo calabrese; solidale con l'unica democrazia del Medio Oriente si propone come ponte di conoscenza e amicizia tra la nostra terra e Israele.

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martedì 11 ottobre 2011

Storie di conversioni, storie di identità riscoperte

Da Pagine Ebraiche, N° 10, Ottobre 2011


Storie di conversioni, storie di identità riscoperte
(Alex Weisler, JTA)

Sul letto di morte, la nonna di Salvatore Zurzolo ha confidato una cosa fino a quel momento tenuta segreta: la loro famiglia era ebrea. Zurzolo aveva mostrato interesse per l'ebraismo da anni, da quando la scelta di rimanere con gli ebrei parigini durante un viaggio della gioventù cattolica quando aveva 18 anni. Dopo la confessione di sua nonna, Zurzolo contattò la comunità ebraica a Roma e chiese di iniziare il processo di conversione. "Per 20 anni mi è stato detto che non era possibile", ha detto Zurzolo. Ma lui non si arrende, mangiando kasher, con indosso una collana con la stella di David, e visitando Israele 10 volte in due decenni. Infine, lo scorso dicembre Zurzolo viene formalmente convertito al giudaismo con l’immersione nel bagno rituale antico di Siracusa.
Nei giorni 6-7 settembre Zurzolo è tornato nel luogo del mikwè, che si trova sotto il Residence Alla Giudecca nell’antico quartiere ebraico di Siracusa. Ci è tornato in occasione della conferenza “La nuova frontiera dell’ebraismo italiano”. L'incontro, che ha riunito importanti rabbini italiani ed è stata rivolta alla popolazione ebraica della Sicilia e a coloro che sono già sulla strada della conversione all’ebraismo.
La Sicilia ha ora un suo rabbino per la prima volta in 500 anni, ed anche una sinagoga allestita in un locale nella periferia della città. È il centro ebraico più a sud nel territorio italiano.
Gadi Piperno, responsabile del progetto Meridione per il Dipartimento Educazione e Cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, è stato l’organizzatore di questo seminario.
"Si è sempre detto che Napoli era la frontiera dell’ebraismo italiano. Ma ora, all’estremo geografico meridionale dell’Italia, abbiamo una centro ebraico e quindi questa è la nostra nuova frontiera".
Durante la conferenza durata due giorni, i partecipanti hanno raccontato le storie personali di come hanno scoperto la loro strada.
Si è studiato con attenzione diversi passaggi biblici tra cui il Libro di Ruth, soffermandosi sulla conversione di Naomi, la nuora di Ruth.
Michael Freund, fondatore e presidente della Fondazione Shavei Israel, che mira alla ricerca dei discendenti degli ebrei dispersi per il mondo nei secoli per facilitarne il rientro, ha posto l’accento su quante sono le anime ebraiche che nel corso di due millenni si sono distaccate per varie ragioni dalle nostre comunità.
Freund, la cui fondazione ha lavorato con i discendenti degli ebrei in India, Cina, Sud America, Polonia e nella penisola iberica, ha detto che l'evento di Siracusa era la sua prima incursione nelle comunità di “anusim” (marrani) d'Italia - discendenti di ebrei convertiti forzatamente.
La Sicilia aveva una popolazione ebraica di almeno 50.000 anime ai tempi dell’Inquisizione, e Freund ritiene che accogliere di nuovo i discendenti di quegli ebrei che sono stati allontanati con la forza è il modo migliore per vendicare la violenza e le intimidazioni di quel periodo. "La più dolce vendetta per quello che l'Inquisizione ha fatto agli antenati di queste persone sarebbe quello di riportare il maggior numero possibile di queste persone all’ebraismo".
I partecipanti hanno detto che non stanno cercando il loro percorso verso l’ebraismo studiando gli alberi genealogici. La narrazione varia dai singoli, ma il succo è lo stesso: c'era un istinto, qualcosa da cui non si può scappare, una verità sempre conosciuta con o senza la certezza di farla ritornare.
Elisabetta Barbera è venuta da Roma per partecipare alla conferenza. Ha detto che sospetta che la sua famiglia abbia legami con l’ebraismo, ma che la prova definitiva di questo non è vincolante. "A sessant’anni, è mio diritto di morire come una ebrea. Questo è tutto. E’ il mio sentimento, la mia unione, la mia fede".
Alcuni partecipanti all'evento hanno detto che il seminario li ha fatti sentire meno soli.
Maria La Cara è venuta da Palermo. Cresciuta cattolica, ha cominciato a frequentare i riti pentecostali. A 18 anni si trovò costantemente a riflettere sulla parola "Israele" durante le sue preghiere. Uno dei cognomi della sua famiglia, Scimonetto, è un nome comune tra i marrani della Calabria, ma non ha la prova definitiva della sua origine ebraica. "Penso che mi sentirei meglio se scoprissi che eravamo ebrei. Se il mio passato è più chiaro, lo è anche il mio presente. " La Cara ha detto che ha ricevuto il sostegno della sua famiglia, ma non è un'esperienza comune in una Sicilia fortemente cattolica.
Carlo - uno studente di biochimica a Catania - non ha voluto fornire il suo cognome a causa del disagio che sta avendo in famiglia per la crescita della sua identità ebraica. Quando aveva 8 o 9 anni, Carlo sognò che sua madre e sua nonna gli dicessero che era ebreo, che aveva radici ebraiche da parte di entrambi i genitori'. Ma quando Carlo ha iniziato ad esplorare la religione nella sua adolescenza, sconvolse la sua famiglia. "La mia famiglia è una famiglia cattolica siciliana", ha detto. "Per loro non è una buona decisione. Non sono sicuro di essere in grado di completare il mio percorso verso l'ebraismo".
Tra le tante domande esistenziali esistono però preoccupazioni di ordine pratico. Queste riguardano principalmente il rabbino Stefano di Mauro, nativo siciliano che si è convertito all’ebraismo quando aveva circa 30 anni. A lui fu detto solo successivamente delle radici ebraiche della sua famiglia. Ora che Siracusa ha di nuovo una sinagoga, il suo impegno è rendere la città un luogo accogliente per le comunità di anusim.
"Il prossimo passo è quello di creare un permanente beth din per il sud e dare l'opportunità a chi voglia di tornare all’ebraismo di essere supportato in modo più efficace. Non sono più tanto giovane da lasciarmi suggestionare, ma sembra proprio che D-o voglia che questo accada. Tante cose stanno avvenendo tutte insieme".
Il prossimo appuntamento è uno Shabbaton in Calabria.
Poi nel mese di dicembre, l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane intende organizzare un grande evento a Napoli sul tema “Etica e politica”, che servirà anche come occasione per aggiornare la comunità ebraica italiana in merito ai progressi di rinascita dell’ebraismo nel sud.
Beatrice Macca - una giovane studentessa in farmaceutica che ha scoperto le sue radici ebraiche circa un anno fa e da allora ha iniziato ha mangiare kasher e frequentare la sinagoga - ha detto che il sostegno delle istituzioni ebraiche italiane è straordinariamente importante. "Il fatto che Gadi Piperno sia venuto da Roma, dimostra che stiamo diventando più forti" ha detto. "Prima eravamo soli. Ora ho la speranza che qualcosa cambierà nella cultura che è predominante in Sicilia".

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