Inaugurazione
della Cattedra della pace
presso l’ex campo di internamento a Ferramonti di Tarsiadi Domenica Sorrenti
presso l’ex campo di internamento a Ferramonti di Tarsiadi Domenica Sorrenti
A
Ferramonti di Tarsia, presso il Museo dell’ex campo di internamento, lunedì 28
maggio 2018, alle ore 17,00, si è tenuta l’inaugurazione della cattedra della
pace, la cui presidenza è stata affidata al carismatico professore Giancarlo Elia
Valori già detentore di altre cattedre presso l’Università di Gerusalemme, di
Pechino e di New York.
Al
tavolo dei convenuti, oltre al professore Valori erano presenti Roberto Ameruso,
sindaco di Tarsia, il rabbino Umberto Piperno, il responsabile per la Calabria
della Comunità ebraica di Napoli, dottor Roque Pugliese, e l’editore Walter
Brenner.
I
lavori sono stati aperti dal sindaco, il quale ha ringraziato i convenuti, le
autorità civili, militari e religiose e la popolazione accorsa in gran numero. Ha
affermato che l’ex campo di internamento è divenuto oggi simbolo internazionale
per la memoria, un posto originariamente destinato alla sofferenza ed
all’annientamento è stato trasformato in un luogo riservato all’educazione alla
pace, alla risoluzione delle controversie tra i popoli. La scuola in Management, Relazioni internazionali e
Business sarà destinata a partecipanti provenienti da ogni parte del mondo e
servirà a prevenire l’insorgenza di nuovi populismi, alla creazione di una
nuova umanità ed un Nuovo Rinascimento.
Infatti
il campo di Ferramonti, collocato in un territorio soggetto a bonifica per la
malaria, ha visto l’arrivo graduale di oltre duemila internati tra ebrei
provenienti da nazioni europee diverse, nemici del regime fascista e slavi. La
vita nel campo non fu così deprecabile come in altre situazioni analoghe, e la
popolazione locale interagì con i prigionieri offrendo loro aiuto e sostegno.
Quando arrivò la richiesta del loro trasferimento nei campi di sterminio
nazisti, le autorità del campo vi si opposero inscenando un’epidemia di tifo e
non permisero che alcuno venisse deportato, salvando loro la vita.
Dopo
i saluti del rappresentante della Provincia di Cosenza, l’assessore Marco
Ambrogio, si è passati alla consegna del premio Cultura 2018 all’insigne
professore Alexander Grigorievich Zvyagintsev, scrittore, editore e produttore
cinematografico a respiro universale per aver prodotto il miglior film
dell’anno 2018, «Sobibor», in cui, in un campo di concentramento in
Polonia, gli ebrei internati attuarono una rivolta riuscendo a riconquistare la
propria libertà.
I
lavori sono proseguiti con l’intervento del professore Giancarlo Elia Valori, il
quale si è dichiarato onorato di presiedere la Cattedra della pace, conquista
inestimabile della volontà umana, a dimostrazione del dinamismo del primo
cittadino che si è prodigato per mantenere viva la Memoria e per creare ponti
di collegamento tra culture di paesi diversi. La Memoria, ha asserito, deve
essere il filo conduttore che serve a legare le generazioni, per combattere
l’indifferenza, per ripudiare ogni forma di integralismo e di estremismo al
fine di edificare una società fondata sul rispetto, sulla riconciliazione, nel
segno dell’amore e della fratellanza.
Il
professor Valori, rimasto orfano giovanissimo, ha ereditato i sentimenti di
solidarietà e dell’amore verso il prossimo dalla madre Emilia, donna pia che si
è prodigata per salvare molte vite umane, insignita della medaglia d’oro al Merito
Civile dal Presidente della Repubblica ed in seguito, chiamata a piantare un
albero presso il Giardino dei Giusti di Gerusalemme.
Il
premio Cultura 2018 è stato conferito anche al rabbino capo della Russia, rav Berel
Lazar per il suo impegno nella costruzione della pace con saggezza illuminata,
a sostegno dei diritti fondamentali e della dignità umana. Non potendo ritirare
il premio personalmente, il rabbino Lazar ha inviato da Mosca un messaggio in
cui ha ricordato lo zio internato nel campo di Ferramonti, morto poi a 102
anni, si è congratulato con il sindaco di Tarsia per tutte le attività messe in
campo e si è complimentato con il professore Valori per i suoi impegni per il
mantenimento della pace in diverse parti del globo.
Quest’ultimo,
nel 1983, si è adoperato per creare buone relazioni tra Cina ed Israele in un
momento abbastanza complicato, mentre, nel 1986, è riuscito a far liberare tre
ebrei francesi in mano ad Hezbollah, chiedendo di intervenire sull’imam
Khomeini al dittatore Kim II Sung, grazie all’antica amicizia che li legava per
l’abitudine di trascorre a Pyongyang due periodi di vacanza all’anno con la
madre Emilia. Questa operazione fece sì che l’allora presidente della repubblica
francese, François Mitterand lo insignisse della “Legion d’onore”.
La
recentissima scarcerazione dei tre prigionieri americani, detenuti in Corea del
Nord, è una conquista ottenuta sempre grazie all’intermediazione del professor
Valori con il dittatore Kim Jung-on per conto del presidente Trump. L’intermediazione
in Corea ha creato i presupposti per l’incontro di oggi, 12 giugno, tra i due
Capi di Stato.
Rivolgendosi
allo scrittore Zvyagintsev ed alla delegazione dell’Ambasciata russa, il
professor Valori ha chiesto loro di farsi portavoce della necessità di un
dialogo ed una conveniente cooperazione tra Russia e Stati Uniti non solo per
stabilizzare il Medio Oriente, ma soprattutto per lottare contro l’estremismo
islamico, tentando un coinvolgimento anche della Cina.
Discorsi
di grande respiro internazionale sono stati fatti nell’ex campo di internamento
ed essi avranno sicuramente un seguito per la grande caratura morale degli
attori principali.
L’intermezzo
musicale eseguito magistralmente dal duo pianistico dei fratelli De Stefano ha
ristorato gli animi ed ha confermato che la musica è il ponte della pace.
Non
è mancato l’intervento del rabbino capo Umberto Piperno, sempre presente nelle
iniziative per la Memoria a Ferramonti, che, con la sua lectio magistralis, ha augurato che lo spirito di Tarsia possa
guidare costantemente i giovani ed i meno giovani in un dialogo sempre più
amichevole e sempre più approfondito.
Ha
commosso gli astanti la lettura da parte del dottor Roque Pugliese di alcuni
versi del capitolo 2 del profeta Isaia contenenti la profezia che ci auguriamo
si avveri, “forgeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in falci, una
nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione e non insegneranno più
la guerra”.
Le
mattonelle delle nonne che hanno lavorato per il progetto “La sciarpa della
pace-sul filo della Cultura, per non perdere la Memoria”, sono state consegnate
ai convitati ed alle Autorità dalla presidente Maria Brunella Stancato. La
tappa fondamentale del progetto sarà l’anno prossimo a Matera, capitale europea
della Cultura 2019.
Mentre
il libro “Shoah e conflitto di civiltà”, ultima fatica del professor Valori,
pubblicato dalla casa editrice Brenner appartenente ai figli di Gustav Brenner,
l’ebreo austriaco internato nel campo che, una volta libero, decise di rimanere
in Calabria per creare la sua attività e la sua famiglia, non deve servire ad
occupare uno spazio nella biblioteca personale ma deve essere letto, meditato e
preso come impegno a dare il proprio piccolo contributo, deve servire come
sprone ad imitare il professor Valori affinché le sue fatiche vedano presto una
realizzazione.
Il
pensiero del professore è che la pace ha bisogno della Cultura della pace e,
come le guerre si preparano nelle menti degli uomini, così anche la pace deve
essere preparata e l’unico modo per conquistarla è agire sugli individui ed
insegnare loro il rispetto, la convivenza pacifica e l’accettazione dell’altro,
senza dimenticare che fare memoria è uno straordinario strumento per la
costruzione della pace.
La
serata si è conclusa con un rinfresco a base di frutta offerto
dall’Amministrazione Comunale di Tarsia.