Calabria judaica - Sud ebraico

Calabria judaica ~ Sud ebraico
Storia, cultura e attualità ebraiche in Calabria
con uno sguardo al futuro e a tutto il Meridione

Secondo una leggenda, che attesta l'antica frequentazione orientale della nostra regione, Reggio fu fondata da Aschenez, pronipote di Noé.
La sinagoga del IV secolo, ricca di mosaici, di Bova Marina, è la più antica in Occidente dopo quella di Ostia Antica; a Reggio fu stampata la prima opera in ebraico con indicazione di data, il commento di Rashì alla Torah; Chayim Vital haQalavrezì, il calabrese, fu grande studioso di kabbalah, noto anche con l'acronimo Rachu.
Nel Medioevo moltissimi furono gli ebrei che si stabilirono in Calabria, aumentando fino alla cacciata all'inizio del XVI secolo; tornarono per pochi anni, richiamati dagli abitanti oppressi dai banchieri cristiani, ma furono definitivamente cacciati nel 1541, evento che non fu estraneo alla decadenza economica della Calabria, in particolare nel settore legato alla lavorazione della seta.
Dopo l’espulsione definitiva, gli ebrei (ufficialmente) sparirono, e tornarono temporaneamente nella triste circostanza dell’internamento a Ferramonti; oggi non vi sono che isolate presenze, ma d'estate la Riviera dei Cedri si riempie di rabbini che vengono a raccogliere i frutti per la celebrazione di Sukkot (la festa delle Capanne).
Questo blog è dedito in primo luogo allo studio della storia e della cultura ebraica in Calabria; a
ttraverso questo studio vuole concorrere, nei suoi limiti, alla rinascita dell'ebraismo calabrese; solidale con l'unica democrazia del Medio Oriente si propone come ponte di conoscenza e amicizia tra la nostra terra e Israele.

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martedì 12 giugno 2018

Cattedra della pace a Ferramonti


Inaugurazione della Cattedra della pace
presso l’ex campo di internamento a Ferramonti di Tarsia
di Domenica Sorrenti

Foto da Diritto di cronaca.Tutte le altre foto sono di Domenica Sorrenti
A Ferramonti di Tarsia, presso il Museo dell’ex campo di internamento, lunedì 28 maggio 2018, alle ore 17,00, si è tenuta l’inaugurazione della cattedra della pace, la cui presidenza è stata affidata al carismatico professore Giancarlo Elia Valori già detentore di altre cattedre presso l’Università di Gerusalemme, di Pechino e di New York.
Al tavolo dei convenuti, oltre al professore Valori erano presenti Roberto Ameruso, sindaco di Tarsia, il rabbino Umberto Piperno, il responsabile per la Calabria della Comunità ebraica di Napoli, dottor Roque Pugliese, e l’editore Walter Brenner.
I lavori sono stati aperti dal sindaco, il quale ha ringraziato i convenuti, le autorità civili, militari e religiose e la popolazione accorsa in gran numero. Ha affermato che l’ex campo di internamento è divenuto oggi simbolo internazionale per la memoria, un posto originariamente destinato alla sofferenza ed all’annientamento è stato trasformato in un luogo riservato all’educazione alla pace, alla risoluzione delle controversie tra i popoli. La scuola in Management, Relazioni internazionali e Business sarà destinata a partecipanti provenienti da ogni parte del mondo e servirà a prevenire l’insorgenza di nuovi populismi, alla creazione di una nuova umanità ed un Nuovo Rinascimento.
Infatti il campo di Ferramonti, collocato in un territorio soggetto a bonifica per la malaria, ha visto l’arrivo graduale di oltre duemila internati tra ebrei provenienti da nazioni europee diverse, nemici del regime fascista e slavi. La vita nel campo non fu così deprecabile come in altre situazioni analoghe, e la popolazione locale interagì con i prigionieri offrendo loro aiuto e sostegno. Quando arrivò la richiesta del loro trasferimento nei campi di sterminio nazisti, le autorità del campo vi si opposero inscenando un’epidemia di tifo e non permisero che alcuno venisse deportato, salvando loro la vita.
Dopo i saluti del rappresentante della Provincia di Cosenza, l’assessore Marco Ambrogio, si è passati alla consegna del premio Cultura 2018 all’insigne professore Alexander Grigorievich Zvyagintsev, scrittore, editore e produttore cinematografico a respiro universale per aver prodotto il miglior film dell’anno 2018, «Sobibor», in cui, in un campo di concentramento in Polonia, gli ebrei internati attuarono una rivolta riuscendo a riconquistare la propria libertà.
I lavori sono proseguiti con l’intervento del professore Giancarlo Elia Valori, il quale si è dichiarato onorato di presiedere la Cattedra della pace, conquista inestimabile della volontà umana, a dimostrazione del dinamismo del primo cittadino che si è prodigato per mantenere viva la Memoria e per creare ponti di collegamento tra culture di paesi diversi. La Memoria, ha asserito, deve essere il filo conduttore che serve a legare le generazioni, per combattere l’indifferenza, per ripudiare ogni forma di integralismo e di estremismo al fine di edificare una società fondata sul rispetto, sulla riconciliazione, nel segno dell’amore e della fratellanza.
Il professor Valori, rimasto orfano giovanissimo, ha ereditato i sentimenti di solidarietà e dell’amore verso il prossimo dalla madre Emilia, donna pia che si è prodigata per salvare molte vite umane, insignita della medaglia d’oro al Merito Civile dal Presidente della Repubblica ed in seguito, chiamata a piantare un albero presso il Giardino dei Giusti di Gerusalemme.
Il premio Cultura 2018 è stato conferito anche al rabbino capo della Russia, rav Berel Lazar per il suo impegno nella costruzione della pace con saggezza illuminata, a sostegno dei diritti fondamentali e della dignità umana. Non potendo ritirare il premio personalmente, il rabbino Lazar ha inviato da Mosca un messaggio in cui ha ricordato lo zio internato nel campo di Ferramonti, morto poi a 102 anni, si è congratulato con il sindaco di Tarsia per tutte le attività messe in campo e si è complimentato con il professore Valori per i suoi impegni per il mantenimento della pace in diverse parti del globo.
Quest’ultimo, nel 1983, si è adoperato per creare buone relazioni tra Cina ed Israele in un momento abbastanza complicato, mentre, nel 1986, è riuscito a far liberare tre ebrei francesi in mano ad Hezbollah, chiedendo di intervenire sull’imam Khomeini al dittatore Kim II Sung, grazie all’antica amicizia che li legava per l’abitudine di trascorre a Pyongyang due periodi di vacanza all’anno con la madre Emilia. Questa operazione fece sì che l’allora presidente della repubblica francese, François Mitterand lo insignisse della “Legion d’onore”.
La recentissima scarcerazione dei tre prigionieri americani, detenuti in Corea del Nord, è una conquista ottenuta sempre grazie all’intermediazione del professor Valori con il dittatore Kim Jung-on per conto del presidente Trump. L’intermediazione in Corea ha creato i presupposti per l’incontro di oggi, 12 giugno, tra i due Capi di Stato.
Rivolgendosi allo scrittore Zvyagintsev ed alla delegazione dell’Ambasciata russa, il professor Valori ha chiesto loro di farsi portavoce della necessità di un dialogo ed una conveniente cooperazione tra Russia e Stati Uniti non solo per stabilizzare il Medio Oriente, ma soprattutto per lottare contro l’estremismo islamico, tentando un coinvolgimento anche della Cina.
Discorsi di grande respiro internazionale sono stati fatti nell’ex campo di internamento ed essi avranno sicuramente un seguito per la grande caratura morale degli attori principali.
L’intermezzo musicale eseguito magistralmente dal duo pianistico dei fratelli De Stefano ha ristorato gli animi ed ha confermato che la musica è il ponte della pace.
Non è mancato l’intervento del rabbino capo Umberto Piperno, sempre presente nelle iniziative per la Memoria a Ferramonti, che, con la sua lectio magistralis, ha augurato che lo spirito di Tarsia possa guidare costantemente i giovani ed i meno giovani in un dialogo sempre più amichevole e sempre più approfondito.
Ha commosso gli astanti la lettura da parte del dottor Roque Pugliese di alcuni versi del capitolo 2 del profeta Isaia contenenti la profezia che ci auguriamo si avveri, “forgeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in falci, una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione e non insegneranno più la guerra”.
Le mattonelle delle nonne che hanno lavorato per il progetto “La sciarpa della pace-sul filo della Cultura, per non perdere la Memoria”, sono state consegnate ai convitati ed alle Autorità dalla presidente Maria Brunella Stancato. La tappa fondamentale del progetto sarà l’anno prossimo a Matera, capitale europea della Cultura 2019.
Mentre il libro “Shoah e conflitto di civiltà”, ultima fatica del professor Valori, pubblicato dalla casa editrice Brenner appartenente ai figli di Gustav Brenner, l’ebreo austriaco internato nel campo che, una volta libero, decise di rimanere in Calabria per creare la sua attività e la sua famiglia, non deve servire ad occupare uno spazio nella biblioteca personale ma deve essere letto, meditato e preso come impegno a dare il proprio piccolo contributo, deve servire come sprone ad imitare il professor Valori affinché le sue fatiche vedano presto una realizzazione.
Il pensiero del professore è che la pace ha bisogno della Cultura della pace e, come le guerre si preparano nelle menti degli uomini, così anche la pace deve essere preparata e l’unico modo per conquistarla è agire sugli individui ed insegnare loro il rispetto, la convivenza pacifica e l’accettazione dell’altro, senza dimenticare che fare memoria è uno straordinario strumento per la costruzione della pace.
La serata si è conclusa con un rinfresco a base di frutta offerto dall’Amministrazione Comunale di Tarsia.