חג שבועות שמח!
SHAVUOT 5777
(31 maggio - 1° giugno; comincia la sera del 30)
Shavuot cade il 6 e il 7 di Sivan, esattamente sette settimane dopo Pesach.
Fino a quando non fu stabilita la durata precisa dei mesi la ricorrenza poteva
cadere il 5, il 6 o il 7 del mese, fatto unico per le ricorrenze comandate
nella Torà. Shavuot è chiamata anche “Tempo del dono della nostra Torà”. La
Torà è per gli ebrei il dono più grande fatto da Dio all’uomo, il legame con
essa è fortissimo e ha un valore di sacralità. Questo spiega anche perché la
data precisa non avesse troppa importanza: la cosa fondamentale è la
rivelazione della Torà, il legame con una data storica riveste una importanza
secondaria.
Gli ebrei dopo essere rimasti
schiavi in Egitto, finalmente liberi, trascorsero 40 anni nel deserto; quando
furono ai piedi del Monte Sinai Mosè, loro capo, salì sul monte dove ricevette
in dono da Dio la Torà da consegnare al popolo d’Israele. Le Leggi contenute
nella Torà sono ancora oggi la base e il cemento del popolo ebraico. Così come
Pesach rappresenta il raggiungimento della libertà materiale; questa festa
rappresenta il raggiungimento della libertà spirituale, la libertà di scegliere
di accettare la legge morale, di accettare il giogo divino.
Shavuot è una delle tre feste di
pellegrinaggio, cioè una festa durante la quale ci si doveva recare al
Santuario a Gerusalemme (ai tempi in cui ancora esisteva) e portare un’offerta,
secondo il dettato che si trova in Esodo XXIII, 16: “Conterete cinquanta giorni
fino all’indomani della settima settimana ed allora presenterete al Signore
un’offerta farinacea nuova (di frumento nuovo)”.
A Shavuot ci si reca alla
Sinagoga, dove vengono utilizzati degli addobbi particolarmente sontuosi e il
profumo dei fiori che vengono portati per l’occasione rende particolarmente
gradevole la atmosfera. Le piante e i fiori che si usano per addobbare le case
e le sinagoghe probabilmente rimandano al luoghi lussureggiante nel deserto in
cui fu ricevuta la Torà.
In Italia a Shavuot molte bambine
celebrano il loro bat Mizwa, cerimonia attraverso la quale diventano “adulte” e
in grado di adempiere ai precetti che riguardano le donne.
Il pasto di Shavuoth è a base di
latte. (Le regole alimentari ebraiche, in osservanza al divieto biblico “non
mangerai il pretto nel latte di sua madre” vietano di mangiare nello stesso
pasto carne di qualsiasi genere e di cibi derivati da latte). Le origini di
questa usanza possono essere diverse, le più accreditate sono due: il sapore
della Torà viene paragonato a quello del latte e del miele. La seconda ipotesi
è che gli ebrei non avendo ancora ricevuto la Legge, non erano in grado di
procedere alla macellazione rituale degli animali, per cui si astenevano dal
mangiare la carne.
Dopo la cena della vigilia, molti
usano studiare la Torà per tutta la notte. Il secondo giorno di Shavuot si
legge il libro di Ruth, libro facente parte del canone biblico, nel quale viene
narrata la storia di Ruth la moabita, della sua conversione all’ebraismo,
conversione alla quale arrivò attraverso tappe spirituali paragonabili a quelle
del popolo ebraico. Ruth è un’antenata del re David, e in quanto tale il Messia
nascerà dalla sua progenie.
Aseret Hadibberot - Antologia di commenti raccolti da Rabbì Avrohom Chaim
Feuer, tratti dal Talmud, dal Midrash
e da fonti rabbiniche, testo
Le Tavole della Legge come
simbolo dell’ebraismo - Giorgio Sarfatti, testo
Discorsi sul Matan
Torà
- Jonathan Pacifici, testo
La Torà del giorno dopo - Rav
Gianfranco Di Segni, testo
La maternità è della lettura - Jonathan Pacifici, testo
Commento a: Non rubare - Rav
Umberto Piperno, testo
9 conferenze sui 10 Comandamenti
Centro Culturale della
Comunità di Roma

Una straniera, una moabita, che fa parte di uno dei popoli più acerrimamente nemici di Israele, ma con per amore e fedeltà si converte, e riconosce il Dio di Israele come suo Dio, e si identifica nel suo popolo.
Questo amore e questa fedeltà le meriteranno di diventare bisnonna di David haMelech, e antenata di Maschiach, che venga presto, ai nostri giorni!
“dovunque tu andrai,
verrò anch’io,
dove tu passerai la
notte, là anch’io la passerò:
il tuo popolo sarà il mio
popolo,
e il tuo Dio sarà il
mio Dio,
dove tu morirai, morirò
anch’io
e là avrò la mia
sepoltura.
Così Dio mi aiuti,
che solo la morte può
separarci”
(dal Libro di Ruth 1,16-17)
Il Libro di Ruth, traduzione
e introduzione di Dante Lattes, e-book
Il Libro di Ruth, commento
e traduzione, Giacoma (Giacometta) Limentani e
Giacomo (Lillo) Limentani, e-book
Introduzione al Libro di Ruth, Rav
Shalom Bahbout, testo
La storia fotografica di Ruth, album fotografico dei
primi del ‘900 dalla Library of Congress, scarica
Da Chabad Roma
Shavu'òt è una festività che dura due
giorni e quest'anno cade il 30 Maggio-1 Giugno 2017; essa coincide con la data nella quale
D-o diede la Torà al popolo Ebraico, più di 3.300 anni fa, al Monte Sinai. Per 49 giorni contiamo con gioiosa attesa,
preparandoci per questo giorno importante.
Shavu'òt si festeggia accendendo le candele, rimanendo svegli la notte
per studiare Torà, ascoltando la lettura dei Dieci Comandamenti in sinagoga, mangiando cibi di latte e altro.
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Da
Moked http://moked.it/blog/2014/06/09/domande-8
domande…
Paolo
Sciunnach, insegnante (9 giugno 2014)
Cosa significa accettare tutta la Torah?
Verso la fine della Parasha di Mishpatim,
compare un brano che ha causato molte domande ai commentatori:
Shemoth, 24:
Aveva detto a Mosè: «Sali verso il
Signore tu e Aronne, Nadab e Abiu e insieme settanta anziani d’Israele; voi vi
prostrerete da lontano, poi Mosè avanzerà solo verso il Signore, ma gli altri
non si avvicineranno e il popolo non salirà con lui». Mosè andò a riferire al
popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose
insieme e disse: «Tutti i comandi che ha dato il Signore, noi li eseguiremo!».
Mosè scrisse tutte le parole del Signore, poi si alzò di buon mattino e costruì
un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele.
Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo.
Dissero: «Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo ascolteremo!». Poi
Mosè salì con Aronne, Nadab, Abiu e i settanta anziani di Israele. Essi videro
il D-o d’Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento in lastre di
zaffiro, simile in purezza al cielo stesso.
Secondo Rashi le parole “Aveva detto a
Mosè: Sali” significano che questo brano è stato detto a Moshe prima delle
Dieci Parole (Dieci Comandamenti), per questo motivo è detto: “Sali!”.
Rashi basa questa interpretazione sul
modo di esprimersi del testo: “Aveva detto a Mosè: Sali verso il Signore”.
Quando lo ha detto? Prima delle Dieci Parole.
Quando la Torah vuole riferirsi ad un
evento passato, solitamente usa il verbo al futuro con la lettera Vav come
prefisso, la presenza della quale inverte il tempo (Vav HaIpuch). Per es.:
“VaIomer”, “VaIdaber”, “VaIelech”.
Qui infatti è detto: “Veel Moshe amar”,
“Aveva detto a Mosè”, e non “VaIomer el Moshe”.
In questo modo Rashi comprende il
significato di un altro verso in questo modo:
“Mosè andò a riferire al popolo tutte le
parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose insieme e disse:
«Tutti i comandi che ha dati il Signore, noi li eseguiremo!»”.
Di quali “norme” (Mishpatim) si tratta?
Non può più trattarsi delle “leggi” della nostra Parasha, perché esse sono
state date dopo le Dieci Parole.
Rashi precisa che qui si tratta di tutte
quelle Mitzvoth ricevute prima delle Dieci Parole:
“e tutte le leggi”, si tratta delle Sheva
Mitzvoth Beneh Noach, dello Shabbath, dell’onorare padre e madre, della Vacca
Rossa, e tutte le leggi che sono state date nell’episodio di Marah.
Tuttavia il
Ramban non è d’accordo con Rashi. Secondo lui i Mishpatim in questione qui sono
quelli enunciati proprio nella nostra Parasha.È scritto: “Mosè andò a riferire al
popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme (Mishpatim)”. Esse sono le
leggi scritte qui sopra nella nostra Parasha, come è detto: “Queste sono le
norme che tu esporrai loro” (Mishpatim 21, 1). Inoltre la Torah qui usa
l’espressione “andò a riferire (VaIsaper)”, questo comporta un nuovo
insegnamento e non la ripetizione di qualcosa già conosciuto, come conferma
anche il commento di Avraham Even Ezrah: tutto questo brano compare dopo le
Dieci Parole.Ma per quale motivo questo brano si trova
qui, in questo punto della Torah? Cosa vuole insegnarci?Questo brano si riferisce alle Dieci
Parole o ad altri insegnamenti successivi?“Quindi prese il libro dell’alleanza e lo
lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto il Signore ha ordinato, noi lo
faremo e lo ascolteremo!»”.I Maestri videro in questa frase il grado
più alto di spiritualità a cui giunsero i Figli di Israele.È scritto nel Talmud: E insegnò Rabbi Simai: Quando i Figli di
Israele si impegnarono a “Fare” prima di “Ascoltare”, scesero seicentomila
angeli e posero su ciascun ebreo due corone, una per “Fare” e una per
“Ascoltare” (Shabbath, 88 a – b).Così alta fu la spiritualità dei Figli di
Israele, tale che assomigliavano ad Angeli del Servizio Divino.Disse Rabbi Eliezer: Quando i Figli di
Israele si impegnarono a “Fare” prima di “Ascoltare”, gridò una voce dal cielo:
chi ha rivelato ai miei figli questo segreto, di cui si servono i miei angeli,
perché sta scritto: “Benedite l’Eterno voi suoi angeli, eroi possenti, che
eseguite i suoi ordini, attenti al suono della sua parola”. Prima “Fare” e poi
“Ascoltare” (Shabbath 88 a – b).I Figli di Israele erano pronti a fare il
volere di D-o prima ancora di comprenderne i particolari e il significato. Come è possibile?Dissero a Rava: “Popolo frettoloso, la
cui bocca precede le orecchie, siete sempre in questo stato di precipitazione,
avreste dovuto prima intender bene se eravate in grado di accettarla (la
Torah), e accettarla solo in questo caso, altrimenti non avreste dovuto
accettarla”. Rava rispose: “Noi che camminiamo nell’integrità, di noi è
scritto: “l’integrità dei giusti è la loro guida” (Mishleh 11, 3), ma quelli
che camminano nelle vie tortuose, di loro è scritto: “il pervertimento dei
perfidi è la loro rovina” (ibid)” (Shabbath 88 a – b).Rashi spiega: camminiamo nell’integrità –
camminiamo con lui con integrità di cuore, come coloro che osservano e mettono
in pratica per amore. Ci appoggiamo fiduciosi a lui perché non ci sottoporrà a
prove che non possiamo sostenere.Questa accettazione
spontanea e amorevole della Torah avviene per amore del cielo.Tuttavia c’è un altro Midrash che merita
la nostra attenzione: “e si fermarono ai piedi (BeTachtit) del
monte” (Esodo 19, 17).Si fermarono ad di sotto del monte
(BeTachtit HaAr) – Disse Rav Avdimi bar Chama bar Chasa: da ciò si impara che
il Santo e Benedetto Egli Sia, rovesciò sopra di loro il monte come una tinozza
rovesciata e disse loro: “se accetterete la Torah, bene; se no, la sarà la
vostra tomba” (Shabbath 88 a – b).Tosfot domanda: che
necessità cera di rivoltare il monte sopra di loro, dal momento che avevano già
detto: «Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!» (Esodo 19, 8)? Risponde: Forse avrebbero potuto
ripensarci, quando videro il grande fuoco che provocò loro di spirare. Non ostante la previa accettazione della
Torah da parte di Israele era ancora necessario costringerli. Ma Perché? Non si era detto che
l’accettazione della Torah da parte di Israele fu una libera scelta di Israele
per amore del Cielo?Disse Chizkia: è scritto: “dall’alto dei
cieli facesti udire la tua sentenza, e la terra ne ebbe spavento e restò calma”
(Tehillim 76, 9). Ma se si spaventò perché restò calma? E se restò calma perché
si spaventò? In principio si spaventò e alla fine si calmò. Ma perché si
spaventò? Tutto fila secondo Resh Lakish. Insegna Resh Lakish: che cosa
significa il verso: “e fu sera e fu mattina, il sesto giorno” (Bereshit 1, 31)?
L’articolo determinativo è di troppo! Risposta: D-o a concluso un contratto con
le opere della creazione in principio: “se Israele accetterà la Torah, voi
sussisterete; se no, io vi riporterò nel caos e nel nulla (Tohu VaBohu)”
(Shabbath 88 a – b).Il Maaral da una spiegazione ripresa dal
Midrash: affinché non dicano: “noi abbiamo accettato la Torah di nostra
spontanea volontà, e se non l’avessimo voluta non l’avremmo accettata”. Questa
affermazione non è onorevole per la Torah. Tutto il mondo dipendeva dalla
accettazione della Torah da parte di Israele. Se Israele non avesse accettato
la Torah, il mondo sarebbe tornato nel caos e nel nulla (Tohu VaVohu). Per
questo motivo la accettazione della Torah da parte di Israele non poteva
restare una scelta libera, ma era già di per se una scelta obbligata. (Tifereth
Israel, 32).Le sorti del mondo dipendono dalla accettazione
della Torah da parte di Israele. Il mondo non può reggere senza Torah. Non c’è
scampo!Ma allora, la accettazione della Torah è
una scelta obbligata? Pare evidente qui la contraddizione con quanto detto
sopra: l’accettazione della Torah da parte di Israele sarebbe stata una scelta
per amore del cielo. Come conciliare i due Midrashim?Il Meshech Chochmah spiega:Ci insegna che D-o ha rovesciato il monte
come una tinozza rovesciata su di loro – D-o ha fatto vedere a loro l’onore
della sua gloria in modo evidente e chiaro, tanto che è venuta meno loro la
possibilità di scelta; uscì da loro anima per via della contemplazione
dell’onore della presenza di D-o. E furono costretti come gli angeli (che non
possono scegliere) senza nessuna differenza. Videro e compresero che
l’esistenza di tutto il creato dipende solo dall’accettazione della Torah da
parte di Israele.Secondo
questa interpretazione non si trattò quindi di un capovolgimento reale della
montagna del Sinai, ma piuttosto una condizione scaturita dall’evidenza della
gloria divina. Chiunque era presente all’evento del Sinai comprese con assoluta
evidenza che la Torah è il fondamento del mondo e che se non la accettassimo il
mondo tornerebbe all’istante nel caos e nel nulla.Ma se l’accettazione della Torah da parte
di Israele fu una scelta obbligata dall’evidenza della gloria divina, dove sta
la libertà di scelta? Una scelta consapevole non è forse libera?E’ scritto nella Ghemarah:Disse Rav Acha bar Yakov: È un grande
ammonimento circa la Torah!Il fatto che l’accettazione della Torah
da parte di Israele fu sotto costrizione, da la possibilità ad Israele di
ammonire il Santo e Benedetto Egli Sia.Rashi: quando gli ebrei verranno chiamati
in giudizio e verrà chiesto loro il motivo per cui non hanno rispettato la
Torah, gli ebrei avranno una risposta: abbiamo ricevuto la Torah con
costrizione.Tuttavia nella Ghemarah è scritto:Disse Rava: Però l’hanno accettata una
seconda volta al tempo di Assuero, perché sta scritto (Ester 9, 27): “Gli ebrei
riconobbero e accettarono”, riconobbero ciò che avevano accettato.Rashi precisa: Nei giorni di Achashverosh
accettarono per via dell’amore per il miracolo fatto da D-o per loro.Quale è la differenza sostanziale tra le
due forme di accettazione della Torah? E di quale Torah si tratta?“Tutto il popolo vedeva i tuoni e i
lampi, il suono del corno e il monte fumante. Il popolo vide, fu preso da
tremore e si tenne lontano” (Shemoth 20, 18).Presso il Sinai tutto avvenne difronte
alla Gloria Divina, si modificarono le percezioni sensoriali. Gli Ebrei video
il suono. Percepirono le parole Divine con assoluta chiarezza. Difronte ad un
miracolo manifesto.Ma al tempo
di Achashverosh, la Presenza Divina era nascosta, eclissata, e il miracolo di
Purim fu un miracolo nascosto.E’ scritto nel Talmud: “Ester
è fondata sulla Torah, da dove lo si ricava? Dal verso: “Ed ecco Io nasconderò
il Mio Volto”.Al tempo di Achashverosh siamo in un
momento di Ester Panim, di nascondimento del Volto Divino. L’Eclissi di D-o.Il Nome di D-o non è menzionato nemmeno
una volta nella Meghillath Ester. Ciò nonostante Israele accettò la Torah
anche in un tempo di Ester Panim, come ai nostri giorni. Il Miracolo di Purim è un Miracolo
nascosto. Di quale Torah si tratta?E’ necessario accettare la Torah Scritta
e Orale difronte al Miracolo Manifesto, ma soprattutto difronte al Miracolo
Nascosto, quando siamo nell’Ester Panim.Il significato della festa di Purim,
l’insegnamento della Meghillath Ester è proprio quello di svelare il nascosto,
di insegnarci ad accettare la Torah, il giogo del cielo, anche durante
l’apparente eclissi di D-o.A questo riguardo è fondamentale il ruolo
della Torah Orale. E’ questa l’essenza della vita ebraica nel corso dei secoli,
soprattutto nei periodi di Ester Panim.La Torah Scritta è composta di regole
generali, ma è ricca di particolari nascosti che vengono elaborati dalla Torah
Orale. E’ indispensabile lo studio della Torah Orale per conoscere cosa
desidera il Padrone del Mondo in ogni momento della vita nel corso delle
generazioni. Solo attraverso la Torah Orale rendiamo eterno il nostro rapporto
con il Creatore e percepiamo la sua Presenza Divina vicino a noi.Tuttavia la Torah Orale non è facile da
studiare e da comprendere, richiede uno sforzo di ricerca (Drash).Sia Benedetto il Nome del Re dei Re, il
Santo e Benedetto Egli Sia, che ha scelto Israele da settanta nazioni, come è
scritto: “Perché porzione del Signore è il suo popolo, Giacobbe è sua eredità”
(Devarim 32, 9), e ha dato a Israele la Torah Scritta ricca di insegnamenti e
indizzi nascosti, e che ha rivelato a Israele le interpretazioni nella Torah
Orale. La Torah Scritta è composta da regole generali (Klalot) e la Torah Orale
è composta da tutti i particolari (Pratot). La Torah Orale è molto grande, la Torah
Scritta è molto breve. Della Torah Orale è detto: “Più lunga della terra ne è
la dimensione, più vasta del mare” (Yov 11, 9).L’ebraismo si fonda sulle leggi della
Torah attraverso l’interpretazione e la saggezza dei Rabbini, senza i quali il
testo della Torah è spesso incomprensibile. In tal modo l’ebraismo si fonda su
un minimo di rivelazione, Torah Scritta, ed un massimo di interpretazione,
Torah Orale, sulla volontà di D-o e sulla comprensione di Israele, per la
quale, in particolare, dipendiamo dalla tradizione non scritta. Sul Sinai
abbiamo ricevuto sia la parola di D-o, la Torah Scritta, sia lo spirito per
comprenderla, la Torah Orale; e i Rabbini, che sono gli eredi dei Profeti, ne
interpretano e ne determinano il significato. C’è molta libertà e c’è molto
potere nelle interpretazioni dei saggi; essi infatti hanno il potere, se le
condizioni lo esigono, di accantonare un precetto della Torah. Qui sulla terra
il loro parere può anche respingere una opinione presa in cielo. La Torah viene
dal Cielo ma la Torah non è in Cielo. Se non ci sono i Chachamim non c’è Torah.Con la Torah Scritta abbiamo visto le
voce. Ma solo attraverso la Torah Orale possiamo giungere allo svelamento del
nascosto. Solo attraverso la Torah Orale siamo in grado di percepire il
miracolo nascosto.La Torah Orale si occupa anche di un toro
che cozza un uomo, di come seminare in un campo, di come mangiare, nella vita
quotidiana, nel corso della storia, e ci guida nello scoprire che tutte queste
cose sono un grande miracolo nascosto.Presupposto fondamentale della
possibilità della percezione del D-o che si nasconde è perciò l’accettazione
dell’unico luogo dove possiamo trovarlo: la realtà storica, la realtà data,
così come è. Solo chi ha sperimentato D-o storicamente, nella vita quotidiana,
sa bene che egli ha creato i cieli e la terra. Trascendenza e immanenza,
nell’insegnamento Rabbinico non sono contraddittorie o vicendevolmente
escludentisi, ma si completano a vicenda.E per questo motivo il Patto tra D-o e
Israele non è stato fatto se non per la Torah Orale. Come è scritto: “Il
Signore disse a Mosè: «Scrivi queste parole, perché sulla base di queste parole
(Al Pi) io ho stabilito un’alleanza con te e con Israele»” (Shemot 34, 27).Per questo l’accettazione della Torah
Orale da parte di Israele è stata più difficile:E non accettarono la Torah fino a che D-o
non rovesciò su di loro la montagna come una tinozza rovesciata, come è detto:
“e si fermarono (BeTachtit) sotto il monte”. E se vuoi dirmi: è per via della
Torah Scritta che ha rovesciato il monte sopra di loro? Ma non forse vero che
quanto D-o gli chiese: “accetterete voi la Torah?” (con il monte sopra la
testa), risposero: “faremo e ascolteremo”? (…) Piuttosto lo chiese a loro per
via della Torah Orale, perché in essa ci sono molti particolari delle Mitzvoth,
sia leggere che pesanti, ed essa (la Torah Orale) è ricca e lunga, impegnativa
e difficile da acquisire. Non è degno di studiarla se non colui che ama D-o con
tutto il suo cuore, con tutta la sua anima, con tutte le sue facoltà, come è
detto: “e amerai il Signore tuo D-o con tutto il tuo cuore, con tutta la tua
anima, con tutte le tue facoltà” (Devarim 6, 5). E da dove si impara che amare
non è che un’espressione legata allo studio della Torah Orale? Da quello che è
scritto subito dopo: “e saranno queste parole che io ti comando oggi sul tuo
cuore”. È lo studio della Torah Orale che è sul cuore? Si. Come è detto: “e le
insegnerai ai tuoi figli”. È ciò che studi che va insegnato.“Ascolta Israele, il Signore nostro D-o,
il Signore e’ Uno”, “amerai il Signore tuo D-o con tutto il cuore, con tutta
l’anima e con tutte le tue forze” (Devarim 6,5). “amerai il tuo prossimo come
te stesso” (Vaykrah 19,18). “Ora, Israele, che cosa ti chiede il Signore tuo
D-o, se non che tu tema il Signore tuo D-o, che tu cammini per tutte le sue
vie, che tu l’ami e serva il Signore tuo D-o con tutto il cuore e con tutta
l’anima, che tu osservi i precetti del Signore e le sue leggi, che oggi ti do
per il tuo bene?” (Devarim 10,12-13).“Faremo e Ascolteremo”, Faremo e
Capiremo. È questo il segreto della Torah Orale: anteporre il fare al
comprendere. Agire per amore del Cielo.Come è scritto: “Tutto
il popolo rispose insieme e disse: “Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!”
(Shemot 19,8), “Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza
del popolo. Dissero: “Quanto il Signore ha ordinato, noi faremo e
ascolteremo!”, i Maestri commentano: “Faremo e Capiremo” (Shemot 24,7).Cosa significa “Faremo e Capiremo”? Solo
facendo le Mitzvoth ne capiremo il significato profondo (Taameh HaMitzvoth – il
gusto delle Mitzvoth). Solo facendo le Mitzvoth saremo santi. L’Ebraismo è una
filosofia dello studio e dell’azione pratica. L’atto redime.Come è scritto: “L’uomo
si occupi sempre di Torah e di Mitzwot, anche se non per se stesse, poiché,
anche facendolo non per se stesse, egli arriverà a farlo per se stesse (per
amore di D-o)”. (Talmud, Nazir 23). “Poiché il Signore scruta tutti i cuori e
comprende ogni piega dei pensieri”. “Il Misericordioso desidera il cuore”.Al Santo e Benedetto Egli Sia non basta
che soltanto le azioni siano conformi alla Torah. Ai suoi occhi è essenziale
anche che il cuore sia puro e tutto orientato all’autentico servizio divino.
Dobbiamo servire il Signore con amore e gioia.
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