Calabria judaica - Sud ebraico

Calabria judaica ~ Sud ebraico
Storia, cultura e attualità ebraiche in Calabria
con uno sguardo al futuro e a tutto il Meridione

Secondo una leggenda, che attesta l'antica frequentazione orientale della nostra regione, Reggio fu fondata da Aschenez, pronipote di Noé.
La sinagoga del IV secolo, ricca di mosaici, di Bova Marina, è la più antica in Occidente dopo quella di Ostia Antica; a Reggio fu stampata la prima opera in ebraico con indicazione di data, il commento di Rashì alla Torah; Chayim Vital haQalavrezì, il calabrese, fu grande studioso di kabbalah, noto anche con l'acronimo Rachu.
Nel Medioevo moltissimi furono gli ebrei che si stabilirono in Calabria, aumentando fino alla cacciata all'inizio del XVI secolo; tornarono per pochi anni, richiamati dagli abitanti oppressi dai banchieri cristiani, ma furono definitivamente cacciati nel 1541, evento che non fu estraneo alla decadenza economica della Calabria, in particolare nel settore legato alla lavorazione della seta.
Dopo l’espulsione definitiva, gli ebrei (ufficialmente) sparirono, e tornarono temporaneamente nella triste circostanza dell’internamento a Ferramonti; oggi non vi sono che isolate presenze, ma d'estate la Riviera dei Cedri si riempie di rabbini che vengono a raccogliere i frutti per la celebrazione di Sukkot (la festa delle Capanne).
Questo blog è dedito in primo luogo allo studio della storia e della cultura ebraica in Calabria; a
ttraverso questo studio vuole concorrere, nei suoi limiti, alla rinascita dell'ebraismo calabrese; solidale con l'unica democrazia del Medio Oriente si propone come ponte di conoscenza e amicizia tra la nostra terra e Israele.

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lunedì 27 maggio 2019

Ebrei a Reggio nel 1594?


Ebrei a Reggio nel 1594? con annotazioni topografiche di Giuseppe Cristiano

Ho fatto una possibile “curiosa scoperta” (che però va presa con le molle) in un volume che mi ha segnalato l’amico Giuseppe Cristiano di Brancaleone (RC), che ringrazio.
Nel sito dello studioso genealogista Ben Van Rijswijk, Fonti genealogiche nella provincia di Reggio Calabria:


A p. 101, in preparazione della visita pastorale “ordina et comanda S. S. Rev.ma a tutte persone di questa citta, di qualsivoglia stato o conditione che siano alle (…) che sotto pena d'obedienza debbano fra termine d'otto giomi venire a manifestarle inanti a S. S. Rev.ma

Prosegue poi a p. 102: “Primeramente (!!!) chi sapesse alcuno heretico o rinegato o che seguiti alcun errore et opinione erronea condannata per la S. Romana Ecclesia, nostra madre; et ch'alcuno ha seguitato li detti errori in pubblico o in secreto et approvatili per parole tacite o espresse; o che havesse dubitato alcun'articolo di nostra santa fetie (sic) o che in publico o in secreto havesse fatta alcuna ceremonia giudaica* o di qualchi altra setta reprobata”.

* In questo periodo esisteva ancora a Reggio un quartiere abitato dagli ebrei.


Di questo quartiere abbiamo un’altra citazione nello stesso volume:

“Ecclesia S. Georgii della Giudecca est penitus diruta”

A pagina 11 viene riportata una mappa della città all’epoca della visita pastorale del D’Afflitto, tratta dal volume di Francesco Arillotta, Reggio nella Calabria spagnola, Casa del Libro (Gangemi), 1981.


Ho segnalato in rosso la Cattedrale e in blu la chiesa di San Giorgio della Giudecca, che vi si trova molto vicina, secondo una tradizionale collocazione della comunità ebraica nelle immediate vicinanze del locale episcopato (in alternativa alla localizzazione ai margini delle città).

Non conosco bene la topografia reggina, ma mi pare che collochi la Giudecca in luogo leggermente diverso da quello in cui viene situata oggi. Ma, ribadisco la mia ignoranza, e sarei grato di una eventuale correzione.

Ci ne sono ben due “curiosità” che potrebbero rivelarsi interessanti in questa brevissima notizia.



Primeramente chi sapesse alcuno (…) che in publico o in secreto havesse fatta alcuna ceremonia giudaica* o di qualchi altra setta reprobata.

* In questo periodo esisteva ancora a Reggio un quartiere abitato dagli ebrei.

La prima è che nell’imminenza di una visita vescovile si richiama il clero e il popolo tutto a segnalare, oltretutto “Primeramente”, tra altri non cattolici, chi avesse svolto qualche “ceremonia giudaica”.
Gli ebrei erano stati cacciati da Reggio ben 83 anni prima, nel 1511, dopo di che non se ne hanno notizie neanche durante il momentaneo rientro nel Regno di Napoli, prima della definitiva cacciata del 1541.
Qui avremmo (e spiegherò perché il condizionale sia d’obbligo) notizia che dopo tutto questo tempo si paventa (e forse ce n’era motivo reale?) che siano presenti ebrei nascosti, finti cristiani che ancora praticano qualche “ceremonia giudaica”.
Un altro elemento sarebbe anche più notevole: si tratta della nota aggiunta dall’autore del volume, Antonino Denisi, in cui si afferma che nel 1594/95 “esisteva ancora a Reggio un quartiere abitato dagli ebrei”; questa sarebbe davvero una scoperta notevole, se confermata.

Devo però ora dire qualche motivo sul mio scetticismo, o quanto meno perplessità.
Pur senza escludere che (come meglio documentato ancora decenni dopo per il Catanzarese e Montalto Uffugo, nel Cosentino) vi fossero rimasti degli ebrei nascosti, credo che questa formulazione degli elementi su cui vegliare nell’imminenza della visita episcopale, fosse una sorta di prestampato standard, stilato su un formulario base che conteneva piccole variazioni locali.

Riguardo poi alla permanenza di una qualche residuale comunità ebraica (presumibilmente clandestina) che vivesse negli stessi luoghi in cui viveva precedentemente alla cacciata, mi sembra altamente improbabile, seppure non da escludere. Ma questa è la prima volta che leggo di tale possibile esistenza, e mi piacerebbe conoscere le fonti da cui l’autore ricava tale convinzione.
Onestamente credo che si tratti di un semplice errore. A volte anche studiosi di valore come il Denisi, quando affrontano temi relativi all’ebraismo o alla storia ebraica possono commettere errori, sia perché la materia è realmente complessa in sé, sia perché spesso non è questo il loro campo principale di studio.

Si tratta in qualunque caso di elementi da approfondire, su cui varrebbe la pena indagare.


Osservazioni topografiche di Giuseppe Cristiano, che ringrazio per la disponibilità e le annotazioni correttive rispetto alla mia localizzazione della Giudecca di Reggio, di cui mi ha segnalato una grave inesattezza riportata nel mio articolo (che lascio invariato per dare a lui il giusto merito) e tratta più estesamente il problema della localizzazione e dell’estensione della Giudecca.


Nella legenda il cerchio con il numero 3 [e non il numero 8, come avevo scritto io!] rappresenta S. Giorgio della Giudecca (Antonio De Lorenzo, Note varie. III Le Parrocchie di Reggio negli ultimi quattro secoli, “Rivista Storica Calabrese”, Anno V - 1897, pp. 73-85.

e si trova in questa posizione, rispetto alla cattedrale, secondo la già citata pianta della città di Reggio al tempo del D’Afflitto, dal volume Reggio nella Calabria spagnola, di Francesco Arillotta, Casa del Libro (Gangemi), 1981 [nel rettangolo in blu, l’area della Giudecca].
Inoltre, osservando meglio la legenda il rione Giudecca si trovava circondato da una serie di chiese (12-6-4) e un monastero (9), la chiesa degli ottimati era il Collegio dei Gesuiti (17), inoltre insieme alla Cattedrale e al S. Angelo lo Grande dei Grimaldi, S. Gregorio il Piccolo o "De Armenis”, il Convento dei Domenicani e la Confraternita del Rosario (8) [i domenicani], rappresentano gli edifici più grandi nella città di Reggio, ma la posizione di quest'ultimo (8), mi fa riflettere, si trova proprio sopra il rione Giudecca.
Nel volume San Giorgio Megalomartire patrono di Reggio Calabria (tradizione e storia di un culto millenario) di Nicola Ferrante e Francesco Arillotta, Kaleidon, 2007,  viene riportata un’altra mappa dove "si mischiano" le posizioni territoriali di questi edifici.


In questa mappa (forse 1599?), S.Giorgio de la Gonia o dell'Agonia si trova prima dei Domenicani (3), il rione della Giudecca sembra territorialmente più grande e S. Giorgio della Giudecca (4) [segnalato dal cerchio rosso]occupa un'altra posizione rispetto alla precedente mappa.
 

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