Calabria judaica - Sud ebraico

Calabria judaica ~ Sud ebraico
Storia, cultura e attualità ebraiche in Calabria
con uno sguardo al futuro e a tutto il Meridione

Secondo una leggenda, che attesta l'antica frequentazione orientale della nostra regione, Reggio fu fondata da Aschenez, pronipote di Noé.
La sinagoga del IV secolo, ricca di mosaici, di Bova Marina, è la più antica in Occidente dopo quella di Ostia Antica; a Reggio fu stampata la prima opera in ebraico con indicazione di data, il commento di Rashì alla Torah; Chayim Vital haQalavrezì, il calabrese, fu grande studioso di kabbalah, noto anche con l'acronimo Rachu.
Nel Medioevo moltissimi furono gli ebrei che si stabilirono in Calabria, aumentando fino alla cacciata all'inizio del XVI secolo; tornarono per pochi anni, richiamati dagli abitanti oppressi dai banchieri cristiani, ma furono definitivamente cacciati nel 1541, evento che non fu estraneo alla decadenza economica della Calabria, in particolare nel settore legato alla lavorazione della seta.
Dopo l’espulsione definitiva, gli ebrei (ufficialmente) sparirono, e tornarono temporaneamente nella triste circostanza dell’internamento a Ferramonti; oggi non vi sono che isolate presenze, ma d'estate la Riviera dei Cedri si riempie di rabbini che vengono a raccogliere i frutti per la celebrazione di Sukkot (la festa delle Capanne).
Questo blog è dedito in primo luogo allo studio della storia e della cultura ebraica in Calabria; a
ttraverso questo studio vuole concorrere, nei suoi limiti, alla rinascita dell'ebraismo calabrese; solidale con l'unica democrazia del Medio Oriente si propone come ponte di conoscenza e amicizia tra la nostra terra e Israele.

IN PRIMO PIANO: eventi e appuntamenti

27 gennaio 2019: Giorno della memoria

c

c

martedì 8 maggio 2007

Dopo 500 anni, matrimonio ebraico in Calabria

IL RITO E' STATO CELEBRATO IN CASTELLO NORMANNO DI LAMEZIA TERME
Lamezia Terme (CZ) , 9 Maggio 2007

Per la prima volta dopo cinquecento anni nel castello normanno di Lamezia Terme e' stato celebrato un matrimonio ebraico, che ha unito una coppia di americani, Lupe Torres Ugent e Andrew Alan Ewart.
A celebrare il rito e' stata la prima donna rabbino italiana, Barbara Aiello, esponente di punta dell'ebraismo progressivo, tendenza nata negli ambienti liberal ebraici statunitensi; la donna e' rientrata in Calabria nella primavera scorsa, dopo aver guidato la comunita' ebraica progressiva di Milano.
La cerimonia ha avuto inizio con un piccolo corteo dietro i quattro portatori della Chuppa', il baldacchino sotto il quale si celebra il rito del matrimonio e che rappresenta la camera nuziale e l'amore di Dio.
Rabbi Barbara ha aperto la cerimonia con la benedizione di una coppa di vino, creando uno spazio sacro sotto la Chuppa', dove e' avvenuta la lettura di un brano della bibbia che il nonno di Andy gli regalo' in occasione del suo dodicesimo compleanno.
Tra i due sposi la promessa d'amore e quindi lo scambio degli anelli, che, secondo Rabbi Barbara, hanno una importanza grandissima perche' sono ''il simbolo dell'amore infinito, perche' tenendovi per mano gli anelli fanno il simbolo dell'infinito o il numero otto''.
Il rabbino ha offerto sette benedizioni mentre, prima la sposa e poi lo sposo, hanno fatto sette giri l'una intorno all'altro e viceversa.
Tra le persone che hanno assistito alla cerimonia c'era tanta emozione e c'e' anche chi ha versato qualche lacrima di felicita'.
Ma la cerimonia non e' ancora conclusa perche' la sposa e lo sposo dividono il bicchiere di vino (che per l'occasione e' un Ciro' di Calabria) nella coppa Kiddush.
E intanto Rabbi Barbara ha recitato una antica formula: ''Vivano a lungo nella prosperita' e nella pace e, con tutti gli amici che li circondano, giungano la felicita' del tuo regno per il nostro Signore Amen''.
Infine il bicchiere nel quale c'era il vino, avvolto in un panno, e' stato schiacciato.
Anche questa particolarita' e' una delle tradizioni del matrimonio ebraico secondo cui ogni sorso del bicchiere e' una benedizione e allunga la vita degli sposi.
E finalmente, probabilmente tanto atteso dagli sposi e dai loro familiari, si e' vista la coppia di sposi baciarsi mentre il loro capo era coperto da un drappo giunto dal Sudan.
La scelta del luogo non e' stata casuale: secondo ricerche storiche, sembra che ai piedi del Castello Normanno di Nicastro, a Lamezia Terme, vivesse una comunita' di rifugiati ebrei provenienti dalla Spagna delle persecuzioni di Ferdinando e Isabella di Castiglia.
Al termine della cerimonia Rabbi Barbara si e' intrattenuta con i due sposi conversando e illustrando il significato religioso del matrimonio.
Alla coppia è stato consegnato anche l'antico certificato Ketubah che, secondo Rabbi Barbara, è un documento importante perché ha anticipato, nella storia dei matrimoni, ogni documento civile relativo all'unione di due persone.
(ANSA)

Bisogna specificare che la rabbina appartiene alla comunità ebraica riformata, che NON è riconosciuta dall'ebraismo maggioritario italiano, che non ammette il rabbinato femminile.

Nessun commento: